Gran Premio d'Italia Formula 1, Monza 6 Settembre 1987
Il 58° Gran Premio d’Italia, undicesima prova del Campionato Mondiale, si corse a Monza il 6 settembre 1987. Al via, dalla prima fila partirono al comando le Williams con Piquet e Mansell ma a metà gara, dopo le soste per il cambio gomme, Ayrton Senna con la Lotus 99T si trovò al comando con alle spalle le due Williams FW11B. La strategia di Senna, a differenza di tutti gli altri piloti non prevedeva la sosta per il cambio gomme. Come era già successo nei precedenti Gran Premi di Montecarlo e Detroit nei quali aveva vinto con la stessa strategia, anche a Monza sembrava che la vittoria non potesse sfuggirgli nonostante l’handicap tecnico di una Lotus non allo stesso livello di competitività delle Williams, anche se spinte entrambe da un motore Honda. Al 43° giro, mentre si apprestava a doppiare la Ligier di Ghinzani alla curva parabolica, Senna commise uno dei suoi rarissimi errori e finì nella sabbia. Quando tornò in pista Piquet era già balzato al comando e il tentativo di recupero non servì a nulla. Senna concluse al secondo posto dietro a Piquet e davanti a Mansell.
Williams FW11 B Honda
Le due Williams FW11B, telaio n. 5 e telaio n. 3, furono affidate rispettivamente a Nelson Piquet e Nigel Mansell. Piquet guidava un'auto equipaggiata con sospensioni attive a controllo elettronico, mentre Mansell aveva le sospensioni con molle e ammortizzatori convenzionali. Con o senza sospensione attive, la Williams fu molto veloce in prova ottenendo la prima fila, con Piquet in pole position e Mansell al secondo posto. La notizia più importante fu che il Team Williams, essendo giunto un clamoroso e tempestoso divorzio con la Honda, avrebbe corso nel 1988 con i motori V8 aspirati, forniti da Judd per passare nel 1989, al motore V10 Renault che la società francese si stava sviluppando. L'altra notizia era che Riccardo Patrese nel 1988 avrebbe preso il posto di Piquet nella squadra inglese al fianco di Nigel Mansell. Alla fine Nelson Piquet vinse il Gran Premio di Monza e Mansell arrivò terzo e alla fine della stagione 1987 Nelson Piquet divenne campione del mondo e il Team Williams vinse il titolo costruttori.
Lotus 99T Honda
Sfumata la vittoria a sette giri dalla fine per Ayrton Senna al volante della Lotus 99T Honda telaio numero 4 a causa di un errore di guida durante il doppiaggio di Piercarlo Ghinzani. Partito dalla seconda fila con il quarto tempo il brasiliano disponeva di una Lotus efficiente e della giusta strategia ma giunse solo secondo. La seconda Lotus, il telaio numero 3 era affidato al giapponese Satoru Nakajima il quale in prova non andò oltre il quattordicesimo tempo e concluse la gara all’undicesimo posto.
Ferrari F1-87
La gara delle Ferrari a Monza fu piuttosto deludente. Michele Alboreto guidava la vettura F1 87/100 con la quale ottenne l’ottavo tempo. In gara dopo pochi giri, si ruppe un tirante di sostegno del fondo piatto e in breve la carrozzeria a copertura della fiancata sinistra si staccò volando sulla pista. Il milanese proseguì fino al tredicesimo giro quando una guarnizione non più trattenuta dalla carrozzeria si infilò nella presa d’aria della turbina costringendolo al ritiro. Gerhard Berger con la F1 87/98, partì dalla seconda fila con il terzo tempo, e la sua bella gara fu rovinata da un’usura anomala degli pneumatici che gli consentì di giungere solo al quarto posto.
Benetton B187 Ford
Le Benetton B197 erano equipaggiate con il motore V6 Ford TEC Turbo e a Monza si dimostrarono piuttosto veloci. Thierry Boutsen con la B187/6 ottenne il sesto tempo in prova assicurandosi la terza fila e fu autore di una gara molto combattuta che lo portò al quinto posto finale nonostante il fondo piatto della sua vettura non fosse stato correttamente fissato. Il milanese Teo Fabi disponeva a Monza di un telaio nuovo la B187/8 ma in una uscita di pista durante le prove di venerdì rimase danneggiato e così fu costretto ad usare il telaio B187/4 che la squadra aveva portato di scorta. Fabi si qualificò con il settimo tempo risultando il pilota italiano più veloce e concluse la gara settimo, staccato di un giro.
McLaren MP4-3 TAG Porsche
Per una Porsche che se ne va, un’Honda che arriva. La McLaren rese ufficiale a Monza il passaggio ai motori Honda per la stagione 1988. A Monza fu anche ufficializzato l’ingaggio di Ayrton Senna per la stagione 1988. Alain Prost con la McLaren Mp4/3-4 in prova riuscì a strappare la quinta posizione con una vettura con l’aerodinamica molto scarica nel tentativo di recuperare un po’ di velocità. La gara del francese fu caratterizzata di gravi problemi alla centralina elettronica che lo costrinse ai box già dai primi giri. Alla fine concluse la gara al quindicesimo posto. Macchina nuova per Stefan Johansson, la McLaren Mp4/3-5, finita di assemblare nei box di Monza. Il pilota svedese era ancora dolorante per l’incidente occorsogli al Gran Premio d’Austria dove aveva investito un cervo (!) riportando la frattura di una costola. Johansson fu solo undicesimo in prova, in gara giunse al sesto posto.
Ligier JS29 – Megatron
Il grosso problema per la squadra transalpina era la disponibilità dei motori Megatron 4 cilindri tubo (in pratica i motori BMW M12/13 della stagione precedente) . René Arnoux portava in pista la JS29-5 ma ben presto durante le prove fu costretto ad usare il muletto JS29-3 per problemi di accensione sulla sua vettura. Piercarlo Ghinzani utilizzava la JS29-4. Durante le prove del sabato mattina entrambi i piloti ruppero il motore e furono costretti ad interrompere le prove perché erano rimasti solo due motori da utilizzare in gara. Arnoux e Ghinzani si qualificarono rispettivamente al quindicesimo e diciannovesimo posto della griglia di partenza. Piercarlo Ghinzani giunse al traguardo ottavo e Arnoux decimo.
Zakspeed Zk871
La piccola scuderia tedesca, attiva in Formula 1 dal 1985 a Monza si presentò con due vetture Zakspeed Zk871 equipaggiate con il motore Zakspeed 4 cilindri da 1,5 litri turbo in grado di sviluppare circa 820 CV. I piloti erano Martin Brundle e Christian Danner. Le prove furono caratterizzate da grossi problemi al cambio che penalizzarono entrambi i piloti. Christian Danner con la Zk871/2 fu sedicesimo in prova e nono al traguardo mentre Martin Brundle con la Zk871/3 si qualificò diciottesimo e fu tradito ancora dal cambio a sette giri dal termine.
Tyrrell DG016 – Ford
Il Team Tyrrell correva con I motori aspirati Ford Cosworth DFZ da 3,5 litri e la notizia bomba a Monza fu l’ufficializzazione dell’accordo tra Tyrrell e Yamaha per la fornitura dei propulsori per la stagione 1988.
Durante le prove Jonathan Palmer risultò il più veloce tra le vetture non turbo (Tyrrell, March, Lola-Larrousse, Coloni e AGS) piazzando la sua Tyrrell DG016/2 al ventiduesimo posto. A fine gara fu solo quattordicesimo. Philippe Streiff aveva un nuovo telaio, il DG016/7 per rimpiazzare quello demolito al Gran Premio d’Austria e lo qualificò al ventiquattresimo posto. In gara nonostante una disavventura con Philippe Alliot, si piazzò al dodicesimo posto, primo tra i non turbo.
Durante le prove Jonathan Palmer risultò il più veloce tra le vetture non turbo (Tyrrell, March, Lola-Larrousse, Coloni e AGS) piazzando la sua Tyrrell DG016/2 al ventiduesimo posto. A fine gara fu solo quattordicesimo. Philippe Streiff aveva un nuovo telaio, il DG016/7 per rimpiazzare quello demolito al Gran Premio d’Austria e lo qualificò al ventiquattresimo posto. In gara nonostante una disavventura con Philippe Alliot, si piazzò al dodicesimo posto, primo tra i non turbo.
March 871 – Ford
Unico pilota della squadra inglese denominata Leyton House-March era l’italiano Ivan Capelli che disponeva di due vetture, la 871/1 e la 871/3 come muletto. A Monza la vettura era equipaggiata con il Ford Cosworth DFZ da 3,5 litri preparato dallo specialista Brian Hart in grado di mantenere la temperatura di esercizio più bassa. Capelli si qualificò con il penultimo tempo e giunse al traguardo tredicesimo a tre giri dal vincitore. Direttore tecnico della squadra era Adrian Newey, alle prime esperienze in Formula 1.
Minardi M187 - Motori Moderni
La Scuderia Minardi portò a Monza tre vetture equipaggiate con il V6 turbo Motori Moderni, la M187/3 per Alessandro Nannini, la M187/2 per Adrian Campos e la M187/1 come muletto. Le prove del Gran Premio d’Italia per la piccola scuderia di Faenza e per i piloti furono complicate e faticose. Tra sospensioni rotte, motori con poca potenza e un gran “botto” di Adrian Campos a Lesmo le prove si conclusero con il diciottesimo tempo per il pilota italiano e il ventesimo per il pilota spagnolo. In gara Nannini si piazzò al sedicesimo posto a cinque giri dal vincitore mentre Campos fu fermato dalla rottura del motore al trentaquattresimo giro.
Lola Larrousse LC87- Ford
All’inizio dell’anno l’ex pilota Gérard Larrousse e il businessman francese Didier Calmels fondarono la squadra Larrousse & Calmels. La squadra francese, per competere nel mondiale di Formula 1 commissionò alla Lola una vettura, la Lola LC87, che fu progettata da Eric Broadley and Ralph Bellamy. L’unico pilota per tutta la stagione fu Philippe Alliot, affiancato da Yannick Dalmas solo negli ultimi tre Gran Premi della stagione, in Messico, Giappone e Australia. A Monza Alliot disponeva della Lc87/2 (e della Lc87/3 come muletto) e si qualificò al ventitreesimo posto nonostante uno “spavento” causato dalla rottura di una sospensione posteriore alla prima variante. In gara a causa di uno pneumatico forato dopo un’incomprensione con Philippe Streiff, fu costretto al ritiro al trentasettesimo giro.
Arrows A10 – Megatron
Eddie Cheever e Derek Warwich erano I piloti della squadra Arrows. La vettura era equipaggiata con il motore Megatron 4 cilindri tubo e a Monza non fu per nulla competitiva. Le prove si conclusero al dodicesimo e tredicesimo posto rispettivamente con Derek Warwick al volante della A10/4 e Eddie Cheever con la A10/2. In gara entrambi i piloti si ritirarono, Warwick per problemi elettrici al nono giro e Cheever al ventisettesimo giro a causa della rottura di un semiasse.
Osella FA1-I - Alfa Romeo
La squadra italiana presentava a Monza la novità del secondo pilota. Affiancato ad Alex Caffi con la FA1-G ci fu lo svizzero Franco Forini che qualificò la vettura all’ultimo posto disponibile. Caffi si qualificò con il ventunesimo tempo. Le due Osella in prova non presentarono particolari problemi ma risultarono comunque poco competitive. La gara terminò per Caffi al sedicesimo giro a causa della rottura di una sospensione e per Forini al ventisettesimo giro a causa della rottura del turbo.
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Brabham BT56 – BMW
Le due Brabham BT56 erano equipaggiate con il motore turbo BMW 4 cilindri ed erano affidate a Riccardo Patrese e Andrea De Cesaris. In prova i due piloti occuparono la quinta fila con il nono e decimo tempo rispettivamente ma per entrambi la gara fu brevissima. Patrese ruppe il motore al quinto giro e De Cesaris fu fermato da una sospensione rotta al settimo.
Coloni FC187 - Ford
Prima tra le vetture non qualificate, la debuttante Coloni FC187 dell’altrettanto debuttante Nicola Larini. La Coloni FC187, progettata da Roberto Ori, equipaggiata con il classico Ford Cosworth DFZ da 3,5 litri, era già conforme al regolamento del 1988 che prevedeva la pedaliera posta all’interno dell’asse delle ruote anteriori. La pochissima esperienza, qualche guaio con l’elettronica e una frizione rotta giocarono a sfavore della piccola ma tenace squadra capeggiata da Enzo Coloni.
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AGS JH22 - Ford
Ultimissimo e non qualificato Pascal Fabre con la AGS Jh22, equipaggiata con il Ford Cosworth DFZ da 3,5 litri. Dall’inizio dell’anno la squadra era abbonata all’ultima posizione dello schieramento ma a Monza arrivò la prima mancata qualificazione.
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