Gran Premio d'Italia Formula 1, Monza 11 Settembre 1988
Il 1988 fu l’ultimo anno dei motori turbocompressi in Formula 1. Dal 1989 tutte le vetture sarebbero state equipaggiate con motori aspirati. Il Gran Premio d'Italia del 1988, dodicesima prova del mondiale, si disputò l'11 settembre all'Autodromo Nazionale di Monza. Il campionato fu dominato dalle McLaren Mp4/4 di Ayrton Senna e Alain Prost, che si presentarono a Monza in testa alla classifica rispettivamente con 75 e 72 punti, in lotta per la conquista del campionato. Il terzo in classifica, il ferrarista Gerhard Berger, era a quota 28 punti. Nella classifica costruttori, la scuderia McLaren era in testa con 147 punti, con il titolo già matematicamente vinto. La scuderia Ferrari, seconda, era ferma a 44 punti. Anche a Monza, le McLaren MP4/4 motorizzate Honda turbo, furono le più veloci di tutti. Senna conquistò la pole-position, Prost fu secondo. Berger e Alboreto furono terzo e quarto, seguiti alle due Arrows motorizzate Megatron turbo guidate da Eddie Cheever e Derek Warwick. Primo tra i motori aspirati, fu il belga Thierry Boutsen, al volante della Benetton B188, motorizzata Ford Cosworth DFR, che si qualificò con l’ottavo tempo.
Al via Senna prese il comando alla frenata delle prima variante, seguito dal compagno di squadra Alain Prost, che aveva avuto lo spunto migliore in partenza, dalle due Ferrari di Berger e Alboreto e dalla Arrows di Eddie Cheever. Il belga Thierry Boutsen, primo tra i motori non turbo transitò al sesto posto. A parte la rimonta di Derek Warwick, partito male e la lotta nel centro del gruppo tra Patrese, Capelli, e Piquet, la gara sembrava anche troppo tranquilla. Ci pensò Prost a risvegliare il pubblico, quando al 31° giro rallentò con problemi al motore. Al 36° giro Berger passò al secondo posto e Prost rientrò ai box ritirandosi. Al 49° Senna, alla prima variante si apprestava a doppiare il francese Jean-Louis Schlesser. I due piloti non si capirono, il francese ritardò la frenata, il brasiliano arrivò lungo e le due vetture entrarono in contatto. Fine della gara per Senna che regalò la vittoria a Berger, come l’anno precedente la regalò a Piquet.
Ferrari F1-87/88C
La Ferrari F1-87/88C, era l’evoluzione del modello precedente infatti, in attesa della nuova macchina con il motore aspirato per il 1989, alla Ferrari non fecero una nuova macchina per il 1988, limitandosi a sviluppare la F1 87 dell’anno passato. Terza e quarta posizione in prova per i ferraristi Gerhard Berger e Michele Alboreto, che riuscirono a non perdere il contatto con i “missili” McLaren neppure in gara. Pochi minuti prima del via, Berger, a causa di un guasto al cavo dell’acceleratore preferì lasciare la sua vettura e partire con il muletto.
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McLaren MP4/4 – Honda
Decima pole position stagionale per il pilota brasiliano. Quello di Monza rimarrà l’unico Gran Premio non vinto dalla McLaren nel 1988. A due giri dal termine Senna che era al comando della gara con tre secondi di vantaggio su Berger, finì in testacoda alla prima variante, a causa di una incomprensione durante il doppiaggio di Jean-Louis Schlesser, regalando così la vittoria alla Ferrari. Alain Prost, non riuscì per tutto il weekend a tener testa al compagno di squadra brasiliano. La sua gara durò fino al 31 giro quando rallento improvvisamente per problemi di motore che lo portarono ai box per il ritiro definitivo al 36 giro. La McLaren Mp4/4, equipaggiata con il motore Honda RA168-E turbo, permise a Ayrton Senna di vincere il suo primo campionato mondiale.
March 881 - Judd
Solo undicesimo in prova Ivan Capelli, mentre il suo compagno di squadra, il brasiliano Mauricio Gugelmin, si qualificò tredicesimo. La gara di Capelli fu molto buona e si concluse con il quinto posto finale, primo tra le vetture con motori aspirati. La vettura, progettata da Adrian Newey, disponeva del motore V8 di John Judd e di un’aerodinamica sofisticata che la rendeva molto a suo agio sui circuiti veloci.
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Benetton B188 - Ford DFR
La Benetton B188, progettata da Rory Byrne era equipaggiata, in esclusiva, con il Ford Cosworth DFR da 3,5 litri. A Monza Thierry Boutsen fu ottavo in prova e il compagno di squadra, l’italiano Alessandro Nannini nono, risultando i più veloci tra i motori non turbo. In gara, il belga finì sesto e l’italiano nono.
Lotus 100T - Honda
Nelson Piquet e Satoru Nakajima disponevano a Monza di una Lotus non certo nella migliore forma. Il brasiliano in prova fu solo settimo e il giapponese dodicesimo. La Lotus T100, progettata da Gérard Ducarouge ed equipaggiata con il motore Honda turbo, era afflitta da grossi problemi di bilanciamento e non fu per nulla competitiva. In gara Nelson Piquet all’undicesimo giro fu autore di un’uscita di pista alla prima variante causata da un guasto alla frizione mentre Nakajima si fermò con il motore rotto al quattordicesimo giro.
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Williams FW12 – Judd
Nigel Mansell, malato, dovette rinunciare al Gran Premio d’Italia e il suo posto fu preso dal debuttante francese Jean-Louis Schlesser che diventò l’involontario “uomo chiave“ della corsa. Per il team Williams, il 1988 fu un anno di transizione, dopo aver abbandonato il motore Honda turbo e in procinto di utilizzare per il 1989 il motore aspirato Renault. La Williams FW12 era equipaggiata con il V8 da 3,5 litri Judd. In prova Riccardo Patrese ottenne il decimo posto e concluse la gara settimo.
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Lola LC88 - Ford DFZ
I piloti del team, i francesi Philippe Alliot e Yannik Dalmas, a Monza dovettero lottare con una monoposto per nulla adatta alle piste veloci e nonostante Alliot avesse utilizzato nelle prove un motore sperimentale preparato da Heini Mader accreditato di 15 CV in più rispetto alla versione standard, sempre preparata da Mader, non andò oltre la ventesima posizione sulla griglia di partenza.
Ligier JS31 - Judd
La vettura progettata da Michel Tétu era equipaggiata con il V8 Judd ed aveva una monoscocca piuttosto strana. Il motore si trovava subito dietro le spalle del pilota ed aveva due serbatoi disposti lungo le fiancate più un terzo serbatoio collocato tra motore e cambio. Questa disposizione del carburante causò diversi problemi con le condutture. Il francese Renè Arnoux in prova fu ventiquattresimo e un calo della pressione del carburante gli impedì di migliorarsi. lo svedese Stefan Johansson non riuscì a qualificarsi. In gara Arnoux portò la vettura ad un faticoso tredicesimo ed ultimo posto.
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Tyrrell 017 - Ford DFZ
Gli inglesi Julian Bailey e Jonathan Palmer, furono altri due piloti che durante tutta la stagione, furono alle prese con una monoposto poco competitiva. La Tyrrell 017, spinta dal Ford Cosworth DFZ fu progettata da Maurice Philippe. A Monza Jonathan Palmer non si qualificò mentre Julian Bailey strappò l’ultima posizione sulla griglia e in gara finì dodicesimo.