Gran Premio d'Italia Formula 1, Monza 9 Settembre 1979
Una Monza rinnovata accolse il 50° Gran Premio d’Italia il 9 settembre 1979. I Team della Formula 1 presero posto nei nuovi paddock, costruiti dietro l’edificio dei box, mentre nell’area delle vecchie rimesse si piazzarono i Team del campionato ProCar con le BMW M1. La lotta per il titolo di campione mondiale piloti, grazie anche ad una particolare assegnazione di punteggi era ristretta ai due piloti Ferrari, Jody Scheckter e Gilles Villeneuve con le Ferrari T4 e al francese Jacques Laffite con la Ligier JS11. Mentre tra i due piloti ferraristi la soluzione era già ovvia in quanto a Villeneuve era stato assegnato il ruolo di guardaspalle di Scheckter, Laffite lottò fino al 41° giro quando per un fuorigiri dovuto ad una cambiata sbagliata, una molla di richiamo di una valvola del suo Ford Cosworth DFV cedette. La doppietta Ferrari dunque, titolo mondiale per Jody Scheckter e terzo posto per Clay Regazzoni.
Tyrrell 009
Questa è la Tyrrell 009, costruita per la stagione 1979 e guidata a Monza da Didier Pironi e Jean-Pierre Jarier. Fu definita la Lotus blu perché in pratica era una copia pressoché perfetta della Lotus 79 che vinse il campionato mondiale l’anno precedente. Era una classica wing-car che durante la stagione ottenne una serie di buoni piazzamenti che portarono il team Tyrrell al quinto posto della classifica costruttori. A Monza Pironi e Jarier si qualificarono rispettivamente 12° e 16° e terminarono la gara con un sesto posto per Jarier e un decimo posto per Pironi il quale rimase attardato per una sosta ai box all’ottavo giro a causa di una minigonna mal funzionante.
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McLaren M29
La McLaren M29 fu introdotta a metà stagione per sostituire la disastrosa M28. La nuova vettura aveva un telaio monoscocca costruito col pannelli di alluminio in luogo dei pannelli in honeycomb che costituivano il telaio M28 che soffriva di gravi problemi di mancanza di rigidità. Nonostante la nuova vettura la stagione della McLaren fu una stagione da dimenticare. A Monza Patrick Tambay si qualificò al 14° posto e in gara si ritirò al terzo giro per la rottura del motore. John Watson in prova non andò oltre il 19° posto e in gara si ritirò uscendo di pista alla prima variante dopo solo 12 giri grazie, secondo John a una ruotata datagli dall’aggressivo Jarier. Nella foto lo storico meccanico di James Hunt in McLaren, ”Kojak” Ray Grant (quello con tanti capelli).
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Arrows A2
La Arrows A2 fu progettata da Tony Southgate e Dave Wass per la stagione 1979 e debuttò al Gran Premio di Francia a Digione. La vettura era una totale wing-car dall’aerodinamica estrema con le fiancate che si prolungavano fino ad inglobare, con un profilo alare, i bilancieri superiori delle sospensioni anteriori. L’alettone posteriore era molto basso con supporti laterali che si collegavano alla carrozzeria. Il motore e il cambio erano i soliti Ford Coswoth DFV e Hewland FGA 400 che erano però inclinati di 2,5 gradi verso la parte posteriore della vettura per ottenere maggior spazio per l’estrattore. Il carico aerodinamico era davvero notevole ma il bilanciamento globale della vettura era precario e i problemi di “saltellamento” rendevano la guida molto difficoltosa tanto che in più occasioni fu utilizzata la vettura dell’anno passato. Riccardo Patrese e Jochen Mass si qualificarono 17° e 21°. La gara di Mass fini al terzo giro a causa di problemi alle sospensioni mentre Patrese si ritirò a due giri dal termine a causa del distacco della carenatura inferiore del motore.
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Lotus 79
Dopo aver forzatamente rinunciato al modello 80, il Team Lotus tornò ad utilizzare la versione 79 aggiornata. In realtà Carlos Reutemann non utilizzò mai la Lotus 80 preferendo sempre la 79 mentre Mario Andretti la utilizzò solo in 3 Gran Premi. A Monza Andretti e Reutemann si qualificarono 10° e 13° e conclusero rispettivamente 5° e 7°.
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ATS D3
La ATS D3 era la vettura del Team tedesco diretto dal dispotico Hans Gunther Schmidt che fu introdotta a metà stagione in un unico esemplare ed era uno sviluppo del modello D2 che soffriva di gravi problemi di
maneggevolezza. La vettura disegnata da Nigel Stroud aveva una monoscocca nuova e nuove sospensioni. Hans-Joachim Stuck con l’unica vettura in gara si qualificò al 15° posto e concluse 11°. Nella foto si vedono Gunther Schmidt, con gli occhiali e Morris Nunn della Ensign che parlano insieme. |
Fittipaldi F6A
La Copersucar Fittipaldi F6 fu progettata da Ralph Bellamy, era una wing-car con una scocca snella costruita con pannelli honeycomb di alluminio prodotti dalla Embraer e caratterizzata da fiancate molto corte e molto arretrate in modo da spostare il centro di pressione verso il retrotreno tanto che progetto iniziale non prevedeva l’utilizzo dell’alettone posteriore. Inizialmente la vettura era dotata di un sistema di minigonne a soffietto che non funzionò mai. Dopo il Gran Premio del debutto in Sud Africa a Kyalami, a causa degli evidenti problemi di tenuta di strada e di mancanza di velocità, la vettura fu ritirata e sviluppata nella versione F6A. Nel frattempo fu utilizzata la vettura dell’anno precedente, la F5. La vettura nella foto e la F6A chassis 2, portata a Monza come vettura di scorta e non utilizzata. Emerson Fittipaldi utilizzò la vettura con il telaio 1, anche questa dotata di soluzioni aerodinamiche diverse e di fiancate modificate. Fittipaldi si qualificò al 20° posto e terminò la gara ottavo.
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Merzario A4
La Merzario A4 del coraggioso Arturo che purtroppo non riuscì a qualificare per il Gran Premio. La vettura era derivata dalla Kauhsen WK1/004 in quanto a metà stagione Merzario rilevò il materiale della scuderia di Willy Kauhsen che aveva cessato la sua attività in Formula 1. La Merzario A4, sostituì le versioni A2 e A3 che non si erano dimostrate competitive. Anche la A4 risultò non all’altezza e la stagione 1979, dopo una serie di mancate qualificazioni, segnò l’ultima stagione della Merzario in Formula 1.
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Shadow DN9B
La Shadow DN9B di Jan Lammers. Il pilota olandese mancò la qualificazione. La DN9B, sviluppata sull’originale progetto di Tony Southgate di un paio di anni prima non fu mai competitiva a sufficienza da permettere ai piloti della scuderia di ottenere onorevoli piazzamenti. Gli unici punti conquistati nella stagione derivarono da un quarto posto ottenuto da Elio De Angelis nell’ultimo Gran Premio della stagione
a Watkins Glen. |
Il Messicano Héctor Rebaque, tentò di qualificare la debuttante Rebaque HR100, una vettura ispirata alla Lotus 79 con la quale aveva iniziato la stagione. La vettura, progettata da Geoff Ferris e costruita nello stabilimento Penske a Poole, in Inghilterra venne finita di assemblare nei box, tanto che fu costretta a rinunciare al primo turno di prove libere e a causa di evidenti problemi di gioventù mancò la qualificazione. Rebaque corse con la HR100 gli ultimi due Gran Premi della stagione qualificandosi solo al Gran Premio del Canada dove fu costretto al ritiro dopo aver rotto il motore.
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Elio De Angelis intento a firmare autografi. Il pilota romano della Shadow, riuscì a qualificare la sua DN9B all’ultimo posto, a meno di due decimi dal suo compagno di scuderia Jan Lammers, primo dei non qualificati. La sua gara fu fermata al 34° giro da una foratura ad uno pneumatico anteriore che lo costrinse ai box per la sostituzione. Al momento di ripartire bruciò la frizione e si ritirò.
BMW M1 ProCar Championship
Nel biennio 1979-80, fu organizzato dalla BMW, su idea del fondatore del reparto corse ed ex pilota Jochen Neerpasch, un campionato monomarca denominato BMW M1 ProCar (Production Car) Championship. Al campionato partecipavano i piloti provenienti dalla formula 1, dal mondiale Marche e dal campionato europeo turismo. Le vetture erano le BMW M1 preparate secondo le specifiche del Gruppo 4, da squadre scelte dalla BMW stessa. Le vetture vennero preparate dalla BB Fabricatons (i 5 esemplari portati in pista direttamente dalla BMW) dalla Osella e dalla Project Four. Il motore era il sei cilindri in linea M88/1 da 3,5 litri capace di oltre 460 CV. Le gare, nel 1979, si svolgevano al sabato come contorno ai Gran Premi di Formula 1. A Monza si svolse l’ultima gara, decisiva per l’assegnazione del titolo. La vittoria andò a Hans Joachim Stuck e Niki Lauda, con il secondo posto ottenne il titolo di Campione ProCar 1979 con la vettura preparata dal Team Project Four, terzo fu il tedesco Marcus Höttinger e al quarto posto concluse Helmut Kelleners. Molto contento fu Bernie Ecclestone che ottenne, come da accordi, il premio di fine campionato di Lauda: Una BMW M1 stradale nuova di zecca.
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