Gran Premio d'Italia Formula 1, Monza 13 Settembre 1981
Dopo il “tradimento” del 1980, quando il Gran Premio d’Italia fu organizzato a Imola, la tredicesima prova della stagione 1981 tornò a Monza il 13 Settembre. La classifica del mondiale vedeva l’Argentino Carlos Reutemann e il Brasiliano Nelson Piquet appaiati a 45 punti.
Il week-end fu caratterizzato da un tempo instabile che portò qualche goccia di pioggia durante la gara. Renè Arnoux con la Renault RE30-33 segnò la pole position, la nona in carriera in 1’33”467, Alain Prost con l’altra Renault, telaio numero 34 si piazzò in seconda fila con il terzo tempo. Al via Prost scattò bene e alla fine del primo giro era in testa e vi rimase fino alla fine. Arnoux invece, mentre era secondo, nel tentativo di evitare Eddie Cheever in testacoda alla Parabolica finì nella sabbia e concluse il suo Gran Premio al dodicesimo giro. Il colpo di scena avvenne a due chilometri dal traguardo quando il motore di Nelson Piquet, che era al terzo posto, cedette.
Il week-end fu caratterizzato da un tempo instabile che portò qualche goccia di pioggia durante la gara. Renè Arnoux con la Renault RE30-33 segnò la pole position, la nona in carriera in 1’33”467, Alain Prost con l’altra Renault, telaio numero 34 si piazzò in seconda fila con il terzo tempo. Al via Prost scattò bene e alla fine del primo giro era in testa e vi rimase fino alla fine. Arnoux invece, mentre era secondo, nel tentativo di evitare Eddie Cheever in testacoda alla Parabolica finì nella sabbia e concluse il suo Gran Premio al dodicesimo giro. Il colpo di scena avvenne a due chilometri dal traguardo quando il motore di Nelson Piquet, che era al terzo posto, cedette.
Brabham BT49C Ford Cosworth DFV
I piloti della squadra Brabham erano Nelson Piquet e Hector Rebaque. Piquet correva con la vettura con il numero di telaio 14. Nelle prove si qualificò con il sesto tempo e nonostante la sua Brabham fosse dotata di dischi freno in carbonio, era nel complesso tecnicamente inferiore alle Williams e alle Renault. In gara fu protagonista di una splendida ma sfortunata corsa. La sua Brabham era equipaggiata con il Ford Cosworth DFV che si ruppe all’ultimo giro quando il Brasiliano si trovava comodamente al terzo posto con alle spalle il suo grande rivale Carlos Reutemann a 5 secondi di distacco. Alla fine fu classificato sesto. La seconda vettura affidata a Hector Rebaque con il numero di telaio 12 partì con il quattordicesimo tempo a causa di problemi al pescaggio del carburante durante le prove ma dopo un giro era già fermo per problemi di accensione. Il debutto della vettura dotata del motore turbo BMW, prevista a Monza fu rinviata per non distogliere l’attenzione dalla lotta per il titolo mondiale piloti di Neslon Piquet.
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Lotus 87 Ford Cosworth DFV
Elio de Angelis riuscì a cogliere un insperato quarto posto con la Lotus 87 telaio 03.
Partito con l’undicesimo tempo in sesta fila a fianco del compagno di squadra Nigel Mansell, soffrì di problemi dovuti ad un motore non perfettamente a punto che costrinsero il pilota italiano a guidare al risparmio dosando con attenzione il gas per non rompere il propulsore. Alla fine fu premiato con un bel piazzamento, primo tra gli italiani. Nigel Mansell fu costretto al ritiro a causa della rottura di una sospensione posteriore. |
McLaren
La McLaren MP4/1, prima vettura di Formula 1 ad avere un telaio interamente in fibra di carbonio. Equipaggiata con Ford Cosworth DFV, e progettata da John Barnard, la MP4/1 debuttò con John Watson al Gran Premio di Argentina a Buenos Aires il 12 Aprile e già a Silverstone il 18 Luglio ottenne la prima vittoria sempre con John Watson. A Monza Watson fu protagonista di un terrificante incidente avvenuto all’uscita della seconda curva di Lesmo al diciannovesimo giro. A causa di un errore di pilotaggio la vettura andò in testacoda, attraversò la pista di traverso e andò a urtare con la parte posteriore contro il guard-rail. L’impatto fu talmente violento che il gruppo motore con cambio, sospensioni e ruote posteriori si staccò dalla scocca con una fiammata e rotolò dalla parte opposta della pista dove fu evitato per poco da Michele Alboreto che sopraggiungeva e che a sua volta urtò il guard-rail. Watson saltò fuori da quello che restava della vettura completamente illeso e lo stesso fece Alboreto.
Il secondo pilota della scuderia era Andrea De Cesaris che fu autore di una bella ma sfortunata gara. Anche lui com e Piquet fu costretto a fermarsi all’ultimo giro a causa di una foratura quando si trovava al sesto posto e fu classificato settimo. Durante la prima sessione di prove del venerdì mattina De Cesaris fu protagonista (ancora!) di una rovinosa uscita di pista alla prima variante che strappò la sospensione posteriore sinistra. I meccanici furono costretti a ricostruire la vettura per la diciannovesima volta dall’inizio della stagione.
Il secondo pilota della scuderia era Andrea De Cesaris che fu autore di una bella ma sfortunata gara. Anche lui com e Piquet fu costretto a fermarsi all’ultimo giro a causa di una foratura quando si trovava al sesto posto e fu classificato settimo. Durante la prima sessione di prove del venerdì mattina De Cesaris fu protagonista (ancora!) di una rovinosa uscita di pista alla prima variante che strappò la sospensione posteriore sinistra. I meccanici furono costretti a ricostruire la vettura per la diciannovesima volta dall’inizio della stagione.
Tyrrell
Le Tyrrell 011, telaio numero 1 per Michele Alboreto e numero 2 per Eddie Cheever, a Monza non erano per nulla competitive, nonostante le sospensioni anteriori ridisegnate e il passo allungato di qualche centimetro. I piloti partirono piuttosto indietro sulla griglia, Cheever diciassettesimo e Alboreto ventiduesimo e nessuna finì la corsa. Cheever andò in testacoda in Parabolica appena iniziò a piovere e Alboreto evitò per un pelo il troncone posteriore della vettura di Watson, ma andò in testacoda e finì contro il guard-rail.
Ferrari 126 CK
La Ferrari 126 CK -053 di Gilles Villeneuve. Solo cinque giri da gara per il Canadese prima della rottura del motore. Partito dalla nona posizione risalì fino al sesto posto ma l’exploit fu brevissimo. Didier Pironi andò meglio riuscendo a concludere al quinto posto dopo essere partito ottavo. Durante le prove di venerdì Pironi usci di pista all’uscita della seconda curva di Lesmo demolendo la parte sinistra della sua vettura.
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Toleman
Dopo aver dominato il campionato europeo di Formula 2 l’anno precedente con la TG280, nel 1981 la Toleman debuttò nel Campionato Mondiale di Formula uno il 3 maggio al Gran Premio di San Marino a Imola con la TG181, equipaggiata come solo Renault e Ferrari, con un motore turbocompresso da 1,5 litri. Il motore era un Hart 415T, 4 cilindri con 490 CV e la vettura aveva un telaio costruito interamente con pannelli di honeycomb d’alluminio. Nel 1981 la Toleman portò al debutto assoluto nella formula uno moderna gli pneumatici Pirelli. Con nuovo telaio, nuovo motore e nuove gomme la Toleman scelse la strada più difficile per debuttare in Formula 1. Il Gran Premio d’Italia segnò finalmente il debutto in gara della Toleman TG181 che si qualificò per la prima volta, in ultima fila con il ventitreesimo grazie a Brian Henton. Il pilota inglese portò la vettura al traguardo in decima posizione.
L’altro pilota della squadra, Derek Warwick, non riuscì a qualificarsi e per il suo debutto in gara dovette attendere fino all’ultimo Gran Premio della stagione, a Las Vegas.
L’altro pilota della squadra, Derek Warwick, non riuscì a qualificarsi e per il suo debutto in gara dovette attendere fino all’ultimo Gran Premio della stagione, a Las Vegas.
Bruno Giacomelli con l’Alfa Romeo 179D-04 fece un gran bel Gran Premio. Si qualificò con il decimo tempo e durante la gara risalì molto bene fino al terzo posto ma mentre era in procinto di insidiare Alan Jones per la seconda posizione fu costretto a rallentare e fermarsi ai box con la quinta marcia incastrata. Dopo una veloce riparazione Giacomelli ripartì trovandosi al nono posto per concludere poi ottavo. L’altro pilota della squadra era Mario Andretti che fu costretto a ritirarsi al quarantesimo giro a causa della rottura di un semiasse quando era in quinta posizione.
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Williams
Alan Jones arrivò secondo al traguardo davanti al compagno di squadra Carlos Reutemann e fu molto fortunato perché a cinque giri dal traguardo una molla di richiamo di una valvola del suo Cosworth cedette. Alan Jones corse con la mano destra ferita a causa di una aggressione a Londra dove alcuni malintenzionati avevano cercato di rubargli l’orologio. Jones per difendersi, con una raffica di pugni ne mandò uno all’ospedale (!). La vettura di Carlos Reutemann era messa a punto per l’asciutto e quando iniziò a piovere la maneggevolezza diventò difficile così nonostante fosse partito in prima fila a fianco al poleman Alain Prost, arrivò solo terzo. La convivenza di Reutemann sia con Jones che con tutta la squadra Williams fu, durante tutta la stagione burrascosa e polemica e anche a Monza Reutemann non mancò di litigare con il Team, tanto che non si presentò neppure sul podio.
La Ligier Talbot JS17 con l’aspirato Matra V12 risultò molto competitiva a Monza. Jacques Laffite si qualifico molto bene e in gara dopo essere partito bene fu costretto a rallentare a causa dell’eccessivo degrado degli pneumatici anteriori. Poi all’undicesimo giro il cedimento dello pneumatico posteriore sinistro lo mandava con una gran fumata nella sabbia della prima variante. Anche Patrick Tambay, compagno di squadra di Laffite si comportò molto bene nonostante la rottura del motore nelle prove che lo costrinse a partire con il quindicesimo tempo. Durante la gara, al ventiduesimo giro mentre si trovava al quarto posto, una foratura probabilmente causata da un detrito raccolto dopo l’incidente di Watson lo fermò alla variante Ascari mentre tentava di rientrare ai box.
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Coppa Europa Alfasud
Come di consueto le gare di contorno durante il week-end erano sempre molto spettacolari. Nella foto la partenza della finale della Coppa Europa Alfasud, ultima gara della stagione che vide la vittoria dell’italiano Renato Croce, portacolori del Team Autolodi davanti a Rinaldo Drovandi e Meier. La classifica finale della Coppa Europa vide comparire al settimo posto Gerhard Berger.
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Per intrattenere il numeroso pubblico accorso a Monza anche quell’anno fu organizzata una mostra delle auto sportive ed accessori.
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