Gran Premio d'Italia Formula 1, Monza 10 Settembre 1978
Domenica 10 settembre 1978, quattordicesima prova della stagione 1978. Alla partenza del Gran Premio avvenne l’incidente di Ronnie Peterson. Io ero poche decine di metri dopo la linea del traguardo che all’epoca era anche la linea di partenza, sul lato destro della pista a non più di 300 metri dal punto dell’impatto. Ricordo una fiammata gigantesca, un caos indescrivibile e nessuna informazione… la ripartenza fu data solo nel tardo pomeriggio.
I paddock di Monza, nel 1978 erano veramente scomodi: Alcuni Team trovavano posto nella zona dietro ai box altri, come il Team Shadow erano collocati nella zona dei vecchi garage, alcuni sotto ai tendoni, altri all’interno delle rimesse, scomode piccole buie e sporche. Queste sono le poche foto che riuscii a fare sabato 9 settembre 1978.
Tyrrell 008
Il Team Tyrrell, nell’area dietro ai box. Le Tyrrell 008/01 per Didier Pironi e 008/03 per Patrick Depailler. Le due vetture avevano soluzioni differenti di sospensioni posteriori, in particolare Depailler utilizzava una soluzione sperimentale mentre Pironi montava quelle standard. In prova risultò chiaro che la soluzione sperimentale non funzionava a dovere, Depailler si lamentò della maneggevolezza della vettura e sulla griglia di partenza si trovò due posizioni più dietro rispetto a Pironi. Alla pima partenza entrambi i piloti rimasero coinvolti nell’incidente. Pironi non ripartì perché senza muletto mentre Depailler finì la gara solo undicesimo utilizzando la vettura di riserva, telaio 008/5.
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Shadow DN9
Le Shadow DN9 di Clay Regazzoni, DN9/4A e Hans Joachim Stuck, DN9/1A a Monza avevano un set-up decente e i piloti erano moderatamente soddisfatti sia del motore sia delle gomme Goodyear. Alla fine delle prove si collocarono sulla griglia di partenza Regazzoni col quindicesimo tempo e Stuck col diciassettesimo. Stuck rimase coinvolto nell’incidente di Peterson e rimase tramortito probabilmente da una ruota volata sul suo casco. Solo Regazzoni prese il secondo via con il muletto, telaio 5A e terminò quindicesimo, non classificato.
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Brabham BT46 Alfa Romeo
Niki Lauda alla fine fu dichiarato vincitore del Gran Premio d’Italia perché Mario Andretti e Gilles Villeneuve, giunti primo e secondo furono penalizzati di un minuto per partenza anticipata. Alla fine della gara Lauda non andò neppure sul podio. Secondo terminò John Watson con la seconda Brabham.
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Team Arrows
Un Ford Cosworth DFV del Team Arrows. Solo la vettura di Riccardo Patrese partecipò al Gran Premio. Dopo il secondo via, fu costretto al ritiro al 29° giro a causa di un guasto al motore. Rolf Stommelen non superò lo scoglio delle prequalifiche. Le prequalifiche si svolsero il 3 settembre, la Domenica precedente a quella del Gran Premio e furono svolte come “contorno” alla Coppa Intereuropa per vetture GT e alla gara di Campionato Italiano di Formula 3. Presero parte alle prequalifiche sette piloti, ma solo i migliori tre furono ammessi alle prove ufficiali. Alla fine i migliori furono Hector Rebaque con la Lotus 78, Nelson Piquet con la McLaren M23 e Brett Lunger con la McLaren M26.
Merzario A1/01
Arturo Merzario si qualificò per il Gran Premio con il 22° tempo. Durante le prove ruppe il semiasse della sua Merzario A1/02 ma riuscì a qualificarsi con la Merzario A1/01, la stessa vettura (e le stesse Goodyear con mescola 40 all’anteriore e 41 al posteriore) con la quale Alberto Colombo non era riuscito a superare le prequalifiche la domenica precedente a causa di una serie di inconvenienti culminati con un problema al cambio. Merzario si ritirò al 15° giro fermandosi lungo la pista col motore KO.
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Team McLaren
Il Gran Premio d’Italia 1978 vide al via ben 5 McLaren. Il Team McLaren, ospitato nei vecchi garage, oltre alla M26/5 per James Hunt e alla M26/3 per Patrick Tambay, aveva iscritto anche Bruno Giacomelli con la M26/7. Nelson Piquet con la M23/11 e Brett Lunger con la M26/6, correvano per la BS Fabrication. Le vetture non brillarono nelle prove di qualificazione. Nel Gran Premio, James Hunt rimase coinvolto nell’incidente alla prima partenza e fu costretto al ritiro dopo il secondo via per un guasto al motore. Tambay che era partito dai box alla prima partenza per un problema al leveraggio del cambio, concluse il Gran Premio al 5° posto. Piquet e Giacomelli finirono rispettivamente nono e quattordicesimo mentre Lunger, danneggiò la vettura nell’incidente al via e non avendo un muletto non ripartì.
Team Lotus
In primo piano la Lotus 79 di Ronnie Peterson, che fu danneggiata durante il warm-up a causa di una uscita di pista nelle reti della variante della Roggia. Per questo Peterson fu costretto a partire per il Gran Premio con la Lotus 78 dell’anno precedente sulla quale fu installato il motore della 79 danneggiata. Durante i giri di formazione della griglia di partenza Peterson era rientrato ai box denunciando delle pause di alimentazione causate probabilmente da qualche granello di sabbia rimasto sul motore cambiato in fretta alcune ore prima. Non si poteva fare nulla, non c’era più tempo e Ronnie doveva schierarsi. Sullo sfondo la 79 di Andretti che vinse la gara ma fu penalizzato per partenza anticipata al secondo via.
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Ligier JS9 Matra
Il team Ligier, anche questo accampato nell’area dei vecchi garage. L’unica vettura, la JS9 di Jacques Laffite che concluderà il Gran Premio in quarta posizione.
Team Fittipaldi
Emerson Fittipaldi si avvia verso i vecchi garage dove la sua Copersucar appena si intravede dentro la rimessa angusta e buia.
Links:
La griglia di partenza
Classifica