1000 Km di Monza 21-22-23 Aprile 1984 Trofeo “Filippo Caracciolo”
Il Campionato Mondiale Endurance 1984, come di consueto partì da Monza con la tradizionale 1000 Km, denominata ufficialmente “Trofeo Filippo Caracciolo”. Domenica 23 Aprile, in una tiepida e soleggiata giornata, le Porsche 956 del Team ufficiale Rothmans, dominarono poco contrastate dalle tre veloci ma impreparate Lancia LC2 e dai numerosi team privati che utilizzavano le Porsche 956. Le Lancia erano in pista a Monza erano tre: due iscritte dal team ufficiale Lancia Martini, per gli equipaggi composti da Riccardo Patrese / Bob Wollek e Mauro Baldi / Paolo Barilla e una del Team Totip, gestita dalla Scuderia Jolly Club, per Pierluigi Martini / Beppe Gabbiani. La classifica finale vide al primo e secondo posto le due Porsche del Team ufficiale Rothmans guidate da Stefan Bellof / Derek Bell, e da Jacky Ickx / Jochen Mass. Al terzo posto si classificò l’unica Lancia LC2 in grado di impensierire le Porsche 956, la numero 5 del Team ufficiale Martini guidata da Mauro Baldi e Paolo Barilla. Le altre due Lancia furono costrette al ritiro, di Patrese e Wollek a causa di una miriade di problemi culminati con l’incendio delle vettura e quella della Scuderia Jolly Club, a causa di un “poco simpatico” acceleratore bloccato. A tarda sera, in sede di verifica la Porsche vincitrice e la Lancia giunta al terzo posto, vennero trovate sottopeso e quindi squalificate. 848 Kg di peso per la Porsche e 847 Kg per la Lancia, contro gli 850 Kg previsti dal regolamento. La vittoria fu quindi assegnata alla Porsche di Jacky Ickx e Jochen Mass.
Porsche 956 Rothmans Racing
La Porsche 956 ufficiale numero 2 del Rothmans Porsche Racing, chassis #009, guidata da Derek Bell e Stefan Bellof prima classificata in gara ma poi squalificata perché trovata di due chili sottopeso. Dopo aver segnato la pole position in prova, Derek Bell e Stefan Bellof partirono al comando della gara, senza mai cedere la posizione fino al traguardo. Poi la doccia fredda della squalifica.
La Porsche 956 chassis #004 ufficiale utilizzata solo in prova come T-Car.
Lancia LC2/84 chassis #0006 Martini Racing
Con il numero 5, la Lancia LC2/84 chassis #0006 della squadra ufficiale Martini Racing, pilotata da Mauro Baldi e Paolo Barilla. La vettura era equipaggiata con il motore V8 Ferrari 268C da 2,6 litri con due turbocompressori KKK e fu la più performante delle tre Lancia, l’unica in grado di creare qualche preoccupazione allo squadrone Porsche. L’equipaggio partì dalla prima fila, dopo aver segnato il secondo tempo più veloce in prova. Alla fine della gara la Lancia LC2/84 #0006, fu terza al traguardo, ma venne squalificata a causa del peso, inferiore di 3 chili rispetto al peso minimo ammesso dal regolamento.
Lancia LC2/83 chassis #0003 Jolly Club
La Lancia LC2/83 Totip chassis #0003 della Scuderia Jolly Club guidata da Pierluigi Martini e Beppe Gabbiani, anche questa vettura era dotata del V8 Ferrari 268C biturbo. Nonostante fosse una vettura dell’anno precedente, in gara riuscì grazie ai suoi piloti a risalire fino al terzo posto ma poi fu protagonista di una disavventura. Pierluigi Martini rimase con l’acceleratore bloccato mentre si trovava in quinta piena a 270 Km/h nel tratto del Serraglio. Martini riuscì a spegnere il motore e a fermarsi, terrorizzato ma incolume.
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Porsche 956 chassis #104 New Man Joest Racing
La Porsche 956 chassis #104 New Man del Joest Racing, iscritta per l’equipaggio composto da Stefan Johansson, Klaus Ludwig ed Henri Pescarolo. La vettura si qualificò al decimo posto sulla griglia di partenza, ma al giro 17 fu costretta al ritiro a causa della rottura del motore. Il ritiro avvenne troppo presto e solo Klaus Ludwig riuscì a guidare la vettura.
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Porsche 956 John Fitzpatrick Racing
Con l’inizio della stagione 1984, John Fitzpatrick decise che era giunto il momento di smettere di fare il pilota. Dopo la scomparsa di Rolf Stommelen, che a Riverside guidava una Porsche del suo Team e dopo il suo grave incidente, avvenuto alla fine della stagione 1983 durante le prove della 1000 Km del Fuji, Fitzpatrick si dedicò a tempo pieno alla direzione il suo team. A Monza il John Fitzpatrick Racing Team portò tre Porsche 956.
La Porsche 956 chassis #102 del John Fitzpatrick Racing fu iscritta per i piloti Renzo Zorzi e Giorgio Francia. La vettura si ritirò al quindicesimo giro per cedimento del motore, dopo essere partita con il dodicesimo tempo più veloce in prova.
La Porsche 956 chassis #110 sponsorizzata dalla Skoal Bandit numero 55 del John Fitzpatrick Racing. Questa vettura guidata da Rupert Keegan e da Guy Edwards partì con il nono tempo più veloce in prova ma si ritirò per la perdita di una ruota.
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Rondeau M382 Ford Cosworth DFL Primagaz
Porsche 956 chassis #106 del GTi Engineering
La Porsche 956 chassis #106 del GTi Engineering di Jonathan Palmer e Jan Lammers, fu rallentata a causa di una sosta ai box di 18 minuti per la sostituzione di un braccio della sospensione posteriore sinistra rotto mentre si trovava in terza posizione. Al traguardo Palmer e Lammers furono classificati al quinto posto, che diventò poi terzo, dopo la squalifica della Porsche vincitrice e della Lancia giunta terza.
Grid G2 Porsche 930 chassis #GA02 Charles Ivey Racing
La Grid G2 con telaio #GA02, era equipaggiata con il motore Porsche 935 Tipo 930 da 2,9 litri con due turbocompressori KKK. La vettura era iscritta dal Charles Ivey Racing ed era guidata da John Cooper e da Dudley Wood. A causa di un malore di Dudley Wood, la vettura non partecipò alla gara. L’equipaggio si era qualificato con il venticinquesimo tempo in prova.
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Alba AR2 CARMA Jolly Club
La Alba AR2 Gruppo C2 chassis #002 iscritta dalla Scuderia Jolly Club, fu guidata da Carlo Facetti e Martino Finotto. A causa di problemi di pescaggio del carburante, fu rallentata e giunse al traguardo in undicesima posizione. Questa vettura, progettata da Giorgio Stirano era dotata del motore Giannini CARMA, 4 cilindri da 1,9 litri con un turbocompressore.
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Ecosse C284 Ford Cosworth DFV chassis #LM3 001 Ecurie Ecosse
La Ecosse C284 chassis #LM3 001 costruito dalla Thompson, era una ex Lola di Alain De Cadenet, convertita in Gruppo C2. Guidata da Ray Mallock, Mike Wilds e David Duffield, questa vettura equipaggiata con il classico Ford Cosworth DFV da 3 litri, si classificò al decimo posto, seconda nel Gruppo C2.
Gebhardt JC842 BMW - Gebhardt Motorsport
La Gebhardt JC842 numero 72 chassis #01 ufficiale del Gebhardt Motorsport. La vettura della casa tedesca, era guidata dal tedesco Frank Jelinski e dallo statunitense Cliff Hansen, che finirono la gara al dodicesimo posto. Questa vettura, costruita in Inghilterra, presso Bruce Rolston a Bicester, aveva una monoscocca tradizionale in alluminio ed era dotata del motore BMW M12 da 2 litri, lo stesso utilizzato in Formula 2, accoppiato ad un cambio Hewland FT200 a cinque rapporti.
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Lola T616 Mazda 13B chassis #HU02 BF Goodrich Mazda Team
A Monza erano presenti due interessanti Lola T616 dotate del motore rotativo Mazda 13B Racing a due rotori. La vettura risultava un po’ troppo pesante per il piccolo motore Wankel, infatti in prova la vettura telaio HU02 pilota da da Bob Hayje e Dieter Quester segnò il diciottesimo tempo e l’altra vettura con il telaio HU03 pilotata da Jim Busby e da Rick Knoop non andò oltre il ventitreesimo tempo. In gara il telaio HU03 ottenne l’ottavo posto assoluto e la vittoria nella classe C2. Nella foto la vettura di Bob Hajie e Dieter Quester. Le vetture erano gestite dal BF Goodrich Mazda Team, una squadra molto nota negli Stati Uniti, soprattutto per le esperienze nella serie IMSA. Le Lola T616 erano molto avanzate dal punto di vista aerodinamico e la monoscocca era costruita con una struttura mista in honeycomb di alluminio e fibra di carbonio. Altra novità interessante era l’utilizzo di pneumatici radiali sperimentali Goodrich, nuova casa costruttrice, in concorrenza con Dunlop, Pirelli e Goodyear.
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Classifica finale
Link:
Per approfondire l'argomento
1000 Km di Monza 1965-2008 - Aldo Zana - Giorgio Nada Editore
In questo bellissimo libro firmato dallo storico dell’automobilismo Aldo Zana, vengono descritte tutte le edizioni, dal 1965 al 2008, della 1000 Km di Monza. Per ogni gara, oltre al dettagliato resoconto, viene riportata la griglia di partenza e la classifica finale, tutto corredato da magnifiche fotografie d’archivio, molto spesso inedite. Il libro è scritto in italiano. È un libro prezioso e unico soprattutto per chi, come me, ha assistito di persona a diverse delle gare descritte. Questo libro è altamente consigliato.