1000 Km di Monza "Trofeo Filippo Caracciolo" 16-17-18 Aprile 1982
Dopo due gare rinviate per mancanza di inscritti, il campionato del mondo endurance iniziò a Monza con la classica 1000 chilometri il 18 aprile 1982. Il nuovo regolamento, imposto dalla FIA per le gare endurance delle nuove vetture Gruppo C, aveva come criterio di base la riduzione del consumo di carburante e per questo, imponeva un numero preciso di litri di carburante da utilizzare nel corso della competizione e un limitato numero di rifornimenti da effettuare. Nuove vetture e nuovo regole, non sembrava un punto a favore per la classica monzese, infatti alcune delle squadre inscritte al campionato, non erano ancora pronte per gareggiare, prima fra tutte la Porsche con la nuove 956. A dispetto di ciò, l’elenco degli iscritti non era niente male perché ad infoltire l’esiguo numero delle nuove vetture, c’era un nutrito gruppo di vetture gruppo 6 e gruppo 5, ammesse dal regolamento, con in testa le due Lancia LC1 ufficiali, affidate a gli equipaggi Patrese-Alboreto e Ghinzani-Fabi. Le gruppo 6 torinesi, erano piuttosto competitive e pronte per garantire uno spettacolo di primo livello. In ogni caso la 1000 Km di Monza del 1982 sarebbe rimasta nella storia perché per la prima volta si sfidarono in pista le nuove Gruppo C. Tra le vetture più interessanti, oltre a le due Lancia LC1, erano presenti due Sauber SHS C6, una per l’equipaggio formato da Stuck e Heyer e l’altra affidata a Muller-Brun, la Ford C100 di Ludwig-Winkelhock-Surer, la Lola T610 di Edwards-Keegan, la Grid-S1 di Villota-Hoobs, due Rondeau M382 tra le quali la numero 24 affidata a Pescarolo-Francia-Rondeau, la WM Peugeot P82 di Dorchy-Frequelin-Raulet e la Porsche 936C Joest (una Porsche 936 profondamente rivista da Joest) per Bob Wollek e i fratelli Martin. Alla fine delle prove di qualificazione, le due Lancia LC1 occuparono la prima fila dello schieramento di partenza, seguite dalla Sauber SHS C6 di Stuck-Heyer, dalla Rondeau di Pescarolo-Francia-Rondeau, dalla Porsche 936C Joest e al sesto posto dalla Ford C100. La gara fu molto bella e movimentata fino alla fine e la vittoria andò alla Rondeau M382 n°24 chassis 004 bel condotta da Pescarolo-Francia-Rondeau che con una gara veloce, anche se non priva di attimi di alta tensione precederono la Porsche 935 K3 di Stommelen-Field e l’Osella PA7 di Ciuti-Benusiglio-Piazzi.
Rondeau M382 Ford Cosworth DFL 3.9 chassis #004
La vettura costruita da Jean Rondeau aveva un telaio in tubi d’acciaio con pannelli di rinforzo in alluminio, il motore con funzione portante era il classico Ford Cosworth portato a 3900 cc. siglato DFL e la carrozzeria in vetroresina. I piloti oltre allo stesso Jean Rondeau erano Henri Pescarolo e Giorgio Francia. Durante le prove nonostante un eccessivo rollio risultò la quarta vettura più veloce e si piazzò in seconda fila. In gara partì bene mantenendo il 3° posto e alla prima sosta ai box, i meccanici sostituirono la cinghia dell’alternatore. Allo scadere della 2a ora la Rondeau si trovò in testa e ci rimase fino alla fine. All’inizio della 3a ora Francia si fermò ai box per la sostituzione degli pneumatici che causavano vibrazioni e con il motore miracolosamente integro nonostante un fuori giri fatto durante una cambiata. Ma il vero brivido per questa squadra capitò a 6 giri dal termine quando Pescarolo che era alla guida fu costretto ad un’imprevista sosta al box per un rapido rabbocco di 15 litri di carburante. Al momento di ripartire il motore leggermente ingolfato non voleva saperne di rimettersi in moto. Sei tentativi furono necessari per far ripartire il DFL Cosworth, con il rischio di scaricare la batteria. Attimi di vero terrore. Era successo che al rifornimento precedente, poco prima di fermarsi ai box Pescarolo era rimasto senza carburante a due chilometri dal traguardo e una volta azionata la pompa della riserva, rimase fermo in pista un minuto perché la benzina non arrivava agli iniettori. Alla fine Pescarolo ha raggiunse il box e dopo un rifornimento di 98 litri ripartì ma i meccanici non si accorsero che uno degli anelli di sicurezza del bocchettone del serbatoio era rimasto bloccato aperto e così almeno 30 litri di carburante andarono persi lungo la pista. L’ultimo episodio che alla fine colorò di rosso il blu della vittoria francese, lo visse Pescarolo che nel tentativo di aprire il magnum di champagne, al quale si era rotto il tappo, spaccando il collo della bottiglia sul muretto del podio, si procurò un bel taglio alla mano destra.
Lola T610 Ford Cosworth DFL 3.9 chassis #HU-01
La nuova Lola T610 Gruppo C si presentò a Monza con i piloti Guy Edwards e Rupert Keegan pronta a disputare tutta la stagione. Questa vettura aveva una carrozzeria realizzata in honeycomb e fibra di vetro e un telaio di tipo monoscocca in alluminio con il fondo in fibra di carbonio che si estendeva fino all’altezza dell’alettone per un esasperato sfruttamento dell’effetto suolo. Il particolare che spiccava maggiormente era la parte posteriore della carrozzeria completamente carenata e le pinne verticali che sostenevano l’alettone montato a una distanza relativamente bassa dal suolo. La vettura in oltre era dotata di minigonne mobili montate longitudinalmente oltre le ruote posteriori per migliorare l’estrazione dell’aria. Tale sistema, in quanto mobile era vietato dal regolamento. In occasione delle verifiche tecniche queste minigonne erano state bloccate, i commissari non si accorsero di niente e la vettura fu ammessa alle prove ma prima della gara il sistema fu sbloccato e reso mobile e quando i commissari se ne accorsero squalificarono la vettura per irregolarità tecnica. Quando la squadra si presentò in pista per la gara, i commissari di pista cercarono di impedirne l’accesso ma quando i rappresentanti del team chiesero un documento scritto e questo non fu fornito, forzarono l’accesso alla pista. Alla fine del primo giro ricevette la bandiera nera e Edwards fu costretto a fermarsi. Durante le prove, una piccola irregolarità nella dimensione della superficie del parabrezza prevista dal regolamento del Gruppo C, costrinse il team a dotare la vettura di una piccola “finestra” collocata sopra al parabrezza originale (visibile nella fotografia). La “finestra” fu realizzata utilizzando un pezzo del parabrezza di una giulietta che il team aveva noleggiato.
Lancia LC1 chassis #001 , #002
Solo per il 1982, il regolamento del mondiale prevedeva l’utilizzo delle vecchie vetture sport Gruppo 6 in aggiunta alle nuove Gruppo C, ma i loro punteggi valevano solo per la classifica piloti e non per quella del campionato mondiale endurance. Questa decisione era stata presa nel timore che nel primo anno della nuova formula Gruppo C, le griglie di partenza delle gare avrebbero avuto un numero di vetture troppo esiguo. La Lancia interpretò alla lettera il regolamento travisandone però lo spirito sportivo e fece costruire dalla Dallara una nuova vettura sport gruppo 6 che non dovendo sottostare alle stesse regole imposte in termini di consumo di carburante e di peso delle nuove Gruppo C, era potenzialmente vincente. Piccole veloci ed efficienti, le due sport, la numero 51 telaio 001 di Patrese-Alboreto e la numero 52 telaio 002 di Ghinzani-Fabi, non si fecero attendere concludendo le prove al primo e secondo posto. La gara fu un’altra storia. Le due Lancia partirono subito al comando ma dopo appena 20 minuti Ghinzani era già ai box per la sostituzione di uno pneumatico dechappato e alla fine della prima ora Patrese fu costretto a fermarsi per una riparazione di fortuna alla parte anteriore della carrozzeria che accusava vibrazioni. All’inizio della 4a ora Riccardo Patrese si fermò all’ingresso dei box con il motore spento a causa del cedimento di una spazzola del distributore di accensione Magneti Marelli. Dopo venti minuti di sosta per la sostituzione del componente, il compagno di squadra Michele Alboreto ripartì ma dopo un giro e mezzo, al 93° si fermò per lo stesso problema lungo il tracciato ritirandosi. Le cose non andarono meglio alla vettura numero 52, Piercarlo Ghinzani fu costretto a fermarsi ai box per sostituire il radiatore e il telaio anteriore rotti a causa delle vibrazioni della carrozzeria che facevano strisciare ripetutamente il muso sull’asfalto. Dopo la sosta per la riparazione anche questa vettura, guidata in quel momento da Teo Fabi fu costretta ad arrendersi, fermandosi alla prima variante al 105° giro a causa del distributore di accensione difettoso.
Sauber SHS C6 Ford Cosworth DFL 3.9
Due vetture erano presenti per la 1000Km di Monza, una per l’equipaggio composto da Hans-Joachim Stuck e Hans Heyer, contraddistinta dal numero 6 e una per Siegfried Müller e Walter Brun col numero 7. Bella e interessante questa vettura costruita in svizzera dalla società aerospaziale Seger&Hoffman era molto curata dal punto di vista aereodinamico con il particolare alettone posteriore e la carrozzeria molto ben profilata, realizzata in fibra di carbonio e kevlar rinforzata con strutture a nido d’ape. Il motore era il solito Ford Cosworth DFL da 3.9 liti. Lavorando finemente sulla grande ala posteriore, con molto carico aerodinamico, durante le prove Stuck riuscì a staccare il terzo tempo mentre la vettura gemella di Muller e Brun rimase attardata chiudendo le prove solo al 19°posto. Purtroppo per entrambe le vetture la gara durò poco, prima la numero 7 al 15° giro e poi la numero 6 al 21° giro furono costrette al ritiro per problemi alla pompa di benzina nonostante alcuni tentativi di riparazione.
WM P82 Peugeot-Secateva chassis #P82-01
La WM P82 fu iscritta a Monza per i piloti Roger Dorchy, Guy Frequelin e Jean-Michel Raulet. In prova la vettura risultò undicesima nonostante una rottura del turbo-compressore sinistro del motore Peugeot subita da Dorchy. Con una gara regolare la vettura concluse al sesto posto nonostante fosse afflitta da importanti problemi ai freni. In oltre la vettura era una di quelle con i consumi più elevati costringendo i piloti a non spingere troppo per non rischiare di rimanere senza carburante.
Rondeau M382 Ford Cosworth DFL 3.9 chassis #003
La vettura portata in gara da Francoise Servanin, Christian Bussi e Jacques Guerin, non fu eccellente in prova, qualificata solo al 22° posto, e ancor meno in gara. Fu costretta a partire dai box a causa di problemi di surriscaldamento e la sua gara durò poco, al 39° giro uscì di pista.
Ford C100 Ford Cosworth DFL 3.9 chassis #02
La Ford fu presente a Monza con i piloti Klaus Ludwig, Manfred Winkelhock e Marc Surer, la vettura durante le prove accusò parecchi problemi di messa a punto dovendo sostituire più volte barre stabilizzatrici e ammortizzatori posteriori. Alla fine si qualifico in terza fila col sesto tempo. In gara si comportò bene almeno fino a che, al 19° giro una tubazione dell’olio non scoppiò. Ai box tentarono una riparazione di fortuna utilizzando anche la tubazione presa “in prestito” da una ford fiesta, ma i danni erano così estesi che ogni tentativo fu vano. Klaus Lugwig, fu l’unico pilota a portare in gara la vettura, gli altri due non riuscirono a fare un giro prima del ritiro.
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Porsche 936C Joest chassis #JR005
La Porsche 936C fu profondamente modificata nelle officine di Reinhold Joest per poterla adattare ai nuovo regolamenti del Gruppo C . La vettura utilizzava il motore Porsche 6 cilindri turbo ed era pilotata da Bob Wollek, Jean-Michel Martin e Philippe Martin. In prova si piazzò al 5° posto sulla griglia di partenza e in gara fu lungamente in terza posizione fino a pochi giri dalla fine quando un repentino calo della pressione della benzina costrinse la vettura a fermarsi ai box. A causa di un errore, i meccanici del Team Joest nell’ultimo rifornimento concesso dal regolamento avevano immesso nel serbatoio solo 14 litri di benzina, insufficienti per finire la gara. Dai box ripartirono solo per compiere l’ultimo giro per essere classificati ma alla fine furono squalificati.
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Grid S1 Ford Cosworth DFL 3.9 chassis #GA01
La Grid S1 era una nuova vettura per il nuovo Gruppo C, equipaggiata con il Ford Cosworth DFL da 3.9 litri e di un’aereodinamica piuttosto elaborata, la vettura era pilotata da Emilio de Villota e David Hoobs. Nonostante il duro lavoro di messa a punto resosi necessario durante le prove per eliminare il problema di "saltellamento" che la vettura accusava nei rettilinei e nei tratti molto veloci l’equipaggio non riuscì a piazzarsi oltre il decimo posto sulla griglia di partenza a oltre 7 secondi dalla pole position. La gara non andò molto meglio, la vettura riuscì a rimanere nelle gruppo centrale fino al ritiro che avvenne al 100° giro a causa della rottura del motore quando si trovava al nono posto.
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BMW M1 Gr.5 chassis #81.M1R.01
La BMW M1 Gruppo 5, fu iscritta dalla Scuderia BMW Italia e pilotata da Umberto Grano, Marco Vanoli e Enzo Calderari. In gara l’equipaggio riuscì a salire fino alla quarta posizione quando il motore, perfetto fino a quel momento, si ruppe improvvisamente a 40 minuti dal termine.
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Ferrari 512 BB/LM IMSA chassis #34157
La Ferrari 512BB/IMSA, iscritta dalla scuderia Bellancauto di Roma e pilotata da Giovanni Del Buono e Odoardo Govoni, si qualificò all’ultimo posto sulla griglia di partenza, ma la bella gara dell’equipaggio italiano, la portò all’ottavo posto al traguardo.
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Porsche 924 Carrera GTR chassis #BS70006
Al volante della Porsche 924 Carrera GTR del GTi Racing, c’erano Jonathan Palmer e Richard Lloyd, che in gara arrivarono al giro 90 prima che il motore si rompesse e li lasciasse a piedi. Nella foto, Jonathan Palmer è in piedi, girato di spalle con la tuta bianca mentre il suo compagno di squadra Richard Lloyd, al volante, sta andando a schierarsi sulla griglia di partenza. Sullo sfondo, si vede l'altra Porsche 924 Carrera GTR dell'equipaggio Zbinder-Kofel, che terminò la gara in 11° posizione.
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Porsche 935 K3 chassis #009 0002 (Kremer)
La Porsche 935 K3 fu iscritta dal Charles Ivey Racing per i piloti John Cooper e Paul Smith, che partirono dalla tredicesima posizione sulla griglia di partenza e durante la gara furono rallentati da problemi col comando dell’acceleratore. In seguito finirono la gara ai box in un lago d’olio con il motore rotto. Questa stessa vettura due mesi più tardi, alla 24 ore di Le Mans, ottenne la vittoria di classe in Gruppo 5, con gli stessi piloti che corsero a Monza, affiancati per l'occasione da Claude Bourgoignie.
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La formazione della griglia di partenza: La Rondeau M382 chassis #003 è già ferma nella sua posizione di partenza ma alla fine dovrà partire dai box. Sta transitando la Porsche 936C Joest e più dietro c'è una della Lancia Beta Montecarlo turbo, quella col numero di telaio 1005, pilotata da Mario Casoni, Joe Castellano e da... Mark Thatcher, il figlio del primo ministro inglese di allora, Margaret.
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La partenza: Le due Lancia sono già scivolate fuori dalla foto, il resto del gruppo già insegue ma lo farà per poco perché la cavalcata delle due sport italiane sarà presto interrotta da una serie di distributori di accensione difettosi forniti dalla Magneti Marelli. In cima al palo che sostiene gli altoparlanti, sulla sinistra della foto, c’è un bel cartellone pubblicitario proprio della Magneti Marelli.
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La Classifica finale
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Per approfondire l'argometo...
1000 Km di Monza 1965-2008 - Aldo Zana - Giorgio Nada Editore
In questo bellissimo libro firmato dallo storico dell’automobilismo Aldo Zana, vengono descritte tutte le edizioni, dal 1965 al 2008, della 1000 Km di Monza. Per ogni gara, oltre al dettagliato resoconto, viene riportata la griglia di partenza e la classifica finale, tutto corredato da magnifiche fotografie d’archivio, molto spesso inedite. Il libro è scritto in italiano. È un libro prezioso e unico soprattutto per chi, come me, ha assistito di persona a diverse delle gare descritte. Questo libro è altamente consigliato.