1000 Km di Monza 26-27-28 Aprile 1985 Trofeo “Filippo Caracciolo”
Uno tra i protagonisti della seconda gara del Campionato Mondiale Endurance a Monza fu il vento. Un vento fortissimo a oltre 90 Km/h si abbatté sull’Autodromo Nazionale facendo cadere due alberi tra la variante della Roggia e la prima curva di Lesmo ponendo fine alla gara al 138° giro. Io al momento dell’interruzione mi trovavo alla curva parabolica e quando non vidi più transitare le vetture e vidi esposta la bandiera rossa, per qualche attimo pensai al peggio. Per fortuna nessuno si fece male.
Per la stagione 1985, le restrizioni in merito alla quantità di carburante utilizzabile per una 1000 Km furono inasprite. Il limite, per le gruppo C1 fu portato a 510 litri contro i 600 dell’anno passato. Oltre a questo furono resi obbligatori 4 rifornimenti completi durante la gara, per riempire il serbatoio della capienza obbligatoria di 100 litri. Con il dispositivo di rifornimento impostato da regolamento ad erogare non più di 50 litri al minuto, la sosta necessaria per ogni rifornimento era di almeno 2 minuti. Gli altri rifornimenti erano liberi e ogni squadra poteva gestirseli secondo necessità o strategia. Per le gruppo C2, i litri a disposizione erano 330. Naturalmente le polemiche riguardanti le presunte irregolarità dei sistemi di rifornimento non si fecero attendere. Anche l’attribuzione dei punteggi fu modificata e per il 1985, i punti vennero attribuiti alle squadre e non più alle marche. In particolare alla gara di Monza fu assegnato solo il punteggio per la classifica piloti. Alla fine gli alberi caduti per il vento risparmiarono al poco pubblico presente di assistere ad un finale di gara con le vetture rallentate per evitare di rimanere senza carburante.
Lancia LC2/85
Le prove furono dominate dalle Lancia LC2-85 magistralmente pilotate dagli equipaggi Patrese-Nannini e Wollek-Baldi-Cesario. Riccardo Patrese con la vettura numero 4 segnò la pole position con un tempo incredibile di 1’31’00 mentre Bob Wollek fu secondo a poco più di 2 secondi di distacco con la vettura numero 5. Al via le due Lancia partirono velocissime e si instaurarono al comando. Al 46° giro mentre era al secondo posto Baldi fu speronato dalla Porsche 962C di Surer che tentava un sorpasso e la Lancia rimase intrappolata nella sabbia della parabolica. Patrese e Nannini giunsero al terzo posto con il rammarico che, se la gara non fosse stata interrotta, avrebbero sicuramente lottato per la vittoria con la Porsche 956-83 #009 ufficiale di Derek Bell e Hans-Joachim Stuck che giunsero secondi.
Porsche 956C Rothmans Racing
Durante le prove libere nel pomeriggio di venerdì, a causa di un guasto al sistema di iniezione elettronica la Porsche 962C ufficiale di Derek Bell e Hans-Joachim Stuck, con il tedesco al volante, prese fuoco poco dopo la prima variante andando completamente distrutta e obbligando l’equipaggio a ripiegare sulla vettura di scorta, la 956-83 #009 con la quale ottennero il sesto tempo in prova e il secondo posto in gara.
Jacky Ickx con Jochen Mass con la 962C ufficiale, telaio #002 sia in prova che in gara si piazzarono al quarto posto.
Jacky Ickx con Jochen Mass con la 962C ufficiale, telaio #002 sia in prova che in gara si piazzarono al quarto posto.
Porsche 956C chassis # 110 Kremer Racing
La vittoria andò alla Porsche 962C del Kremer Racing pilotata dallo svizzero Marc Surer e dal tedesco Manfred Winkelhock, nonostante una sosta ai box per un controllo dopo l’incidente con Baldi alla Parabolica. Al momento dell’interruzione la Porsche 962C si trovava al comando ma avrebbe ancora dovuto fermarsi per un rifornimento “lungo” e se non fossero caduti gli alberi probabilmente non avrebbe vinto.
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Porsche 956B chassis # 115 Kremer Racing
Bruno Giacomelli corse la 1000 Km di Monza per la Kremer Racing su una Porsche 956B, telaio #115, in equipaggio con i sudafricani Sarel van der Merwe e George Fouché. Noni in prova conclusero la gara all’ottavo posto, staccati di 12 giri perdendo molto tempo ai box a causa di un guasto ad una valvola wastegate che fu sostituita.
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Cheetah G604 chassis #1 Aston Martin Chuck Graemiger Team
La Cheetah G604 telaio #1 guidata da Gianfranco Brancatelli e Bernard de Dryver. Il team di Chuck Graemiger schierò in gruppo C1 questa vettura equipaggiata con un V8 Aston Martin da 5,3 litri preparato da Tickford e con un telaio in fibra di carbonio e kevlar. Si qualificò al diciottesimo posto ma al terzo giro di gara era già ferma per problemi elettrici.
Ecosse C285 chassis #02 Ford Cosworth DFV Ecurie Ecosse
Secondi nel gruppo C2 Ray Mallock e Mike Wilds con la validissima Ecosse C285 telaio #02 motorizzata Ford Cosworth DFV da 3,3 litri delle Ecurie Ecosse. La vettura era derivata dalla C284 dell’anno precedente con un nuovo telaio, l’aerodinamica migliorata e la bella livrea dello sponsor Bovis. Per questa squadra si trattò della prima gara del mondiale 1985, non avendo partecipato alla prima gara del Mugello. In prova l’equipaggio, che era composto anche da David Leslie che tuttavia non prese parte alla gara, si qualificò al 17° posto e giunse al traguardo in decima posizione a 14 giri dai vincitori.
Gebhardt JC842 BMW chassis #01
La Gebhardt JC842 chassis #01 gruppo C2 dell’equipaggio Frank Jelinski, Walter Lechner e Gunter Gebhardt, ventesimi al via e tredicesimi al traguardo a 27 giri di distacco dai vincitori. La vettura tedesca era un aggiornamento di quella dell’anno precedente, dotata di una monoscocca in alluminio e del motore 4 cilindri BMW M12/7 da 2 litri accoppiato ad un cambio Hewland FT200.
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Alba AR6 CARMA chassis #006
L’Alba AR6 CARMA di Carlo Facetti, Martino Finotto e Guido Daccò. La Gruppo C2 italiana era spinta dal 4 cilindri turbo da 1,8 litri realizzato da Facetti. A Monza si qualificò al tredicesimo posto sullo schieramento di partenza. Dopo una gara eccellente, al 62° giro il distacco del cofano posteriore la costrinse al ritiro. Il nome del motore “CARMA” deriva dai nomi di Carlo Facetti (CAR) il costruttore e Martino Finotto (MA) il finanziatore.
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Nykjaer C2 BMW
La Nykjaer C2 era una vettura artigianale costruita dal norvegese Jens Nykjaer. La vettura era dotata di un telaio costruito dall’azienda tedesca Gepard ed era spinta dal motore 6 cilindri BMW M88 da 3,5 litri, lo stesso che equipaggiava la BMW M1, accoppiato a un cambio Hewland. L’equipaggio composto dalle stesso Jens Nykiaer e da Holger Knudsen si qualificò con il 25° tempo ma non prese parte alla gara a causa della rottura della frizione.
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Ceekar 83J Ford Cosworth BDX chassis #001 Ark Racing
Telaio monoscocca in honeycomb d’allumino e motore 4 cilindri Ford Cosworth BDX da 2 litri accoppiato ad un cambio Hewland per la Ceekar 83J chassis #001 di Chris Ashmore, Max Payne e David Andrews. La vettura fu 27° in prova con l’ultimo tempo e giunse al traguardo al 16° posto a 45 giri di distacco. Il piccolo team Ark Racing di Derek Mattews animato dal più puro spirito inglese per le corse nel 1985 ottenne un risultato eccellente giungendo al terzo posto nel campionato mondiale squadre in gruppo C2 e gareggiando in otto delle dieci gare del Campionato Mondiale Endurance ritirandosi solo una volta.
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Tiga GC284 Ford Cosworth BDT chassis #277 Roy Baker Promotion
La Tiga GC284 guidata da Willy Hoy, Paul Smith e Roy Baker e gestita dal Team Roy Baker Promotions Ltd. La vettura con il telaio #277 era equipaggiata con un motore Ford Cosworth BDT 4 cilindri da 1,8 litri sovralimentato tramite una turbina Garrett. L’equipaggio ottenne in prova il 22° tempo e in gara fu costretta al ritiro a causa della rottura del cambio.
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URS C83 BMW chassis #005 Jens Winter Castrol Team
Il danese Jens Winter e il britannico David Mercer pilotarono a Monza la URD C83. La vettura costruita dal tedesco Ernst Ungar e gestita dal team dello stesso pilota danese Jens Winter, era equipaggiata con un motore 6 cilindri BMW M88 da 3,5 litri. Prese il via dal 23° posto sulla griglia e giunse al traguardo dodicesima assoluta e terza nel gruppo C2.
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Classifica finale
Link:
1000 Km di Monza 1965-2008 - Aldo Zana - Giorgio Nada Editore
In questo bellissimo libro firmato dallo storico dell’automobilismo Aldo Zana, vengono descritte tutte le edizioni, dal 1965 al 2008, della 1000 Km di Monza. Per ogni gara, oltre al dettagliato resoconto, viene riportata la griglia di partenza e la classifica finale, tutto corredato da magnifiche fotografie d’archivio, molto spesso inedite. Il libro è scritto in italiano. È un libro prezioso e unico soprattutto per chi, come me, ha assistito di persona a diverse delle gare descritte. Questo libro è altamente consigliato.